Stanno per arrivare i nuovi L.E.I. di Ragli & Nitriti. Prima di presentare date ed articolazioni, utilizziamo la foto di un laboratorio fatto la scorsa estate. Lo facciamo per condividere alcune premesse.
Sensi e spazi
Abitiamo spazi che solo raramente sperimentiamo davvero. E se la routine quotidiana ci porta a vivere in luoghi chiusi, delimitati dalle esigenze abitative o lavorative, è vero che si tratta di spazi in cui compiamo, comunemente, movimenti finalizzati a scopi, ad azioni prestabilite e di solito ripetitive: in cucina mangiamo, in camera dormiamo, in salone si ricevono gli amici, i bagni stanno per la cura della persona. Certo, ciascuno abita la propria casa con fantasia, ma forse non l’ha mai davvero conosciuta e vissuta.
Queste osservazioni valgono anche quando siamo al lavoro: sovente seduti ad una scrivania, sappiamo anche che le procedure europee ci indicano quale sia la maniera più salutare per non danneggiare la nostra salute. In palestra ci si ginnastica, per strada facciamo footing o corriamo (quasi sempre in auto) a sbrigare faccende. Ogni azione ha il suo spazio. C’è uno spazio per ogni vivere perché ad ogni movimento della nostra vita abbiamo abbinato un principio: lì si riposa, altrove si lavora, là si può giocare. Anche lo spazio virtuale delle relazioni è standardizzato e finalizzato, ognuno lo vive secondo le sue modalità e il proprio stile.
Però. Finché si sta soli nei luoghi (ma quando siamo soli?), tutto può apparire armonico, persino nel profondo disordine che qualcuno coscientemente vive. È l’arrivo dell’altro, l’incontro con l’individuo che è altro da me che, con il suo essere differente, mette in discussione qualunque schema spaziale io abbia precedentemente stabilito. L’altro prende spazio, altro non può fare. A volte lo pretende, normalmente lo modifica senza chiedere il permesso. L’altro contraddice la costruzione dei mondi che vivo, pone confini diversi, testimonia nuove mete da realizzare in quello stesso spicchio di mondo che tu hai abitato fino al suo arrivo.
Ora, cosa a che fare tutto questo con i Laboratori Esperienziali Interspecifici di Ragli & Nitriti?
1. Non è vero che conosciamo gli spazi che abitiamo, non ne abbiamo reale esperienza perché non siamo abituati a sperimentarli nelle loro molteplici possibilità. Ad esempio: quante volte avete cantato sotto la doccia percependo l’eco riflessa creata dalla cabina, e quindi, avendo precisa esperienza dei confini stretti dello spazio di una cabina? Probabilmente mai, oppure tante volte.
Ma quante volte, invece, avete misurato lo spazio della vostra camera grazie all’eco riflessa della voce alle pareti? La risposta a questa domanda è tendenzialmente certa: mai. A cosa potrebbe servire misurare lo spazio attraverso la voce? Può servire, per esempio, a sperimentare gli spazi nelle loro molteplici possibilità e, prima ancora, ad allenare sensorialità e propriocezione. I luoghi – ogni luogo – potranno essere vissuti pienamente solo se attiviamo un tipo di sensorialità che richiama, distingue e poi unifica, tutti sensi che abbiamo a disposizione. Perché?
2. Perché possediamo almeno 5 sensi. Dicasi cinque, ma sono di più…
È certo che possiamo usarli in maniera diversificata avendone precisa percezione, oppure restando alla superficie delle apparenze, perché troppo abituati ad usarli indistintamente e con poca intensità. Nel nostro tempo prevale il senso della vista: l’homo videns insegna…
3. Durante i nostri laboratori sarà possibile allenarci concretamente al “qui e ora”, saggiando la propria corporeità in spazi non costruiti per l’uomo ma per animali antropizzati, bestie grandi totalmente diverse dall’uomo. Attraverso l’utilizzo di tutte le gamme sensoriali, scopriremo che i sensi hanno probabilità di estensione e sviluppo. Esiti finali? Canterete meglio anche sotto la doccia…!
4. Per un equide, ogni millimetro di terra contiene mondi da esplorare. L’asino ci darà il tempo per pensare ed esserci…, il pony ci offrirà la sua verve per accelerare quando serve, e il cavallo ci farà sentire tutta la delicatezza di un essere grande che è però un essere predato… Alla fine, sarà interessante scoprire che anche noi possiamo permetterci sentimenti di paura senza esserne sopraffatti.
5. Sotto il profilo strettamente sensoriale è innegabile che l’animale uomo possa essere considerato “carente”: durante i laboratori ci saranno dei momenti teorici in cui ne parleremo.
6. Ci vediamo prestissimo!